INTERVISTA – Achille Polonara non parteciperà a EuroBasket per motivi di salute, ma resta parte integrante dell’Italbasket. La sua toccante testimonianza e la lotta contro la leucemia.
Achille Polonara fuori da EuroBasket ma sempre al fianco dell’Italbasket
Achille Polonara non potrà scendere in campo con la Nazionale per EuroBasket, ma resterà comunque simbolicamente in squadra. Lo ha comunicato la Federazione Italiana Pallacanestro, che ha inserito l’ala tra i giocatori “a disposizione”, nonostante l’impossibilità di rispondere alla convocazione. Un gesto che sottolinea quanto Achille sia considerato parte essenziale del gruppo Azzurro, anche a distanza.
In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il giocatore ha parlato apertamente del difficile momento che sta attraversando. Dopo aver lottato per due anni contro un tumore, ha ricevuto una nuova, devastante diagnosi: leucemia.
“Quando ho sentito quella parola, l’ho immediatamente accostata alla morte. Fa paura. Il primo pensiero è stato: ‘Perché proprio a me?’”
Parole che raccontano un crollo emotivo, umano, ma che allo stesso tempo mostrano tutta la forza di un atleta abituato a lottare, ora su un parquet molto più duro.
Un percorso di cura lontano dall’Italia
Attualmente Polonara si trova in Spagna, dove ha deciso di trasferirsi per ricevere un trattamento non disponibile in Italia. Un protocollo più avanzato che, nelle sue parole, prevede una fase di chemioterapia seguita da una cura preventiva con farmaci specifici per ridurre le probabilità di recidiva.
Ha appena terminato un primo ciclo di chemio e si prepara ad affrontarne un secondo, più leggero, prima del delicato trapianto di midollo. I giorni tra un trattamento e l’altro non sono facili: nausea, dolori allo stomaco e alimentazione via flebo. Tuttavia, c’è un elemento che gli dà forza: la vicinanza della sua famiglia, che ha scelto di seguirlo in questo percorso.
“Per quanto tempo resterò qui non lo so. Viviamo giorno per giorno. Spero di riuscire a uscire dall’ospedale per qualche giorno a fine luglio, ma è ancora tutto incerto.”
Il sostegno della Nazionale e la speranza nei successi azzurri
Mercoledì inizierà il raduno della Nazionale in vista di EuroBasket e Achille ammette che l’idea di non far parte del gruppo gli pesa molto. Ma il suo spirito rimane quello del combattente.
“Io ho un’altra partita da vincere, ma sarò il primo tifoso dell’Italia quest’estate.”
A dargli forza è anche il sostegno dei suoi compagni. Ogni giorno sente 2-3 giocatori: Danilo Gallinari, Stefano Tonut, Marco Spissu – che considera come un fratello – e il coach Gianmarco Pozzecco, che gli scrive quotidianamente.
La grande famiglia dell’Italbasket è con lui, e Achille lo sente. Sperando che il recente bronzo delle Azzurre possa spingere anche i compagni a superare l’ostacolo dei quarti di finale e a raggiungere un traguardo storico.
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Achille Polonara, l’intervista:
“I sentimenti nel momento della diagnosi? Sconforto. Dopo due anni a lottare per sconfiggere un tumore mi è cascato il mondo addosso nello scoprire di avere una patologia ancora più grave. Ho incominciato a pensare: “perché proprio a me?”, “cosa ho fatto di male?”. In confronto a questa malattia, quello che ho avuto prima non è paragonabile. Quando ho sentito la parola leucemia l’ho accostata alla morte. Fa paura”.
“Perché il trasferimento a Valencia? Perché in Italia nessuno propone questo tipo di cura. Ho finito un ciclo di chemio mercoledì scorso e ne inizierò un secondo tra qualche giorno. In questi giorni di “pausa” prendo delle pastiglie che dovrebbero in futuro abbassare il rischio di recidiva. Pratica che nel nostro Paese non c’è. I primi giorni non sono stato benissimo: ho avuto nausea e mal di pancia e mi hanno alimentato tramite flebo. Per quanto tempo resterò? Non si sa. Il secondo ciclo sarà più leggero ma poi ci sarà il trapianto di midollo da fare. Quindi si dovrà valutare come reagirò. Viviamo alla giornata e aspettiamo di capire se a fine luglio riuscirò a uscire dall’ospedale per qualche giorno. Quindi non so dire quando potrò tornare in Italia. Sono fortunato però perché la mia famiglia è qui con me”.
“Come ho capito di non stare bene durante i playoff? La febbre non andava via, ero debole, stanco, ma ho pensato fosse dovuto al momento stressante della stagione. Invece? Dalla vigilia di gara3 contro Milano tutto è cambiato. Quel giorno ho effettuato gli esami e la Tac di controllo post tumore. Una prassi che ripeto con cadenza semestrale. E tutto era nella norma. Però alla sera in hotel la febbre non scende, è 38.1. Allora decido di chiamare il dottore della squadra che mi raggiunge in camera. In quel momento ammette che un valore degli esami era un po’ basso. Decidiamo di tornare a Bologna per accertamenti, così la mattina dopo riparto e mi ricoverano. Inizialmente sembrava fosse mononucleosi poi invece è arrivata la diagnosi che ora tutti sapete: leucemia mieloide”
“Sono riuscito a godermi la conquista dello scudetto con la Virtus Bologna? La squadra mi ha fatto visita prima di partire per gara3 della finale, poi nel riscaldamento avevano tutti la maglia con il mio nome e numero. Nel dopo partita la video chiamata dagli spogliatoi. E poi il giorno dopo Belinelli, Pajola e Shengelia sono venuti a portarmi la Coppa in ospedale, a Bologna. E Toko mi ha consegnato il trofeo del miglior giocatore: “è tuo, sei tu l’MVP”. Sono stati giorni molto toccanti”
“Mi manca il campo? In questo momento non ci penso perché sono concentrato su quello che sto facendo qui, in Spagna. Non
penso al campo, al pallone, agli allenamenti. Il mio obiettivo è tornare a una vita normale, poi se ci sarà il basket tanto meglio. Al momento non è una priorità. Dal 30 giugno si è concluso il mio contratto con la Virtus e ora devo pensare ad altro”.
“Mi dispiace molto non far parte del gruppo dell’ItalBasket ma naturalmente quest’estate sarò il primo tifoso della Nazionale. Io ho un’altra partita da vincere ma certo, se dovessero andare bene le cose all’Italia mi darebbe ancora più forza per la mia battaglia. Gli altri mi fanno mancare la loro vicinanza. Ne sento 2-3 ogni giorno. Ad esempio giovedì mi sono fatto una bella chiacchierata al telefono con Gallinari, poi ho sentito Tonut. Ovviamente ho parlato con Spissu, per me è come un fratello. Tutti i giorni mi scrive Pozzecco che non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno. Ho percepito la vicinanza della grande famiglia azzurra. Mi auguro ci si tolga di dosso lo scoglio dei quarti di finale. Speriamo che il bronzo delle ragazze spinga anche gli azzurri ad arrivare tra le prime quattro”.
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