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Virtus Bologna, Alessandro Pajola: “Questo Scudetto è ancora più nostro. Con Ivanovic abbiamo imparato a combattere e crederci”

INTERVISTA – Alessandro Pajola racconta a Sportweek le emozioni dello Scudetto 2025, l’impatto di coach Ivanovic, il suo legame con la Virtus Bologna, il sogno NBA e l’amore per la difesa.

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Alessandro Pajola, cuore pulsante della  Virtus Bologna, si è raccontato in una lunga intervista concessa a Sportweek a firma di Fabrizio Salvio, analizzando a fondo le emozioni del secondo Scudetto, il significato della difesa, il suo rapporto con coach Ivanovic e il futuro, tra Virtus, Nazionale e un possibile sguardo all’NBA.

“Questo Scudetto è stato ancora più nostro”

Parlando del recente Scudetto 2025, Pajola ha fatto un parallelo con quello vinto nel 2021. “Il primo è stato bellissimo perché inaspettato. Era la mia prima volta ai playoff, arrivammo da terzi in regular season e vincemmo senza mai perdere. Ma questo è stato diverso, più sudato. Dopo tre anni di sconfitte in finale, sentivamo il dovere di vincere. Per questo lo abbiamo festeggiato ancora più intensamente: è stato il frutto di una stagione complicata, con tanti alti e bassi. Ma nei momenti difficili ci siamo guardati negli occhi e abbiamo remato tutti nella stessa direzione.”

Parole che raccontano non solo la maturità sportiva del giocatore, ma anche la coesione di un gruppo rinato proprio nelle difficoltà.

Ivanovic, il condottiero

Un passaggio fondamentale dell’intervista è dedicato a Dusko Ivanovic, guida tecnica della Virtus: “È un condottiero. Ha esperienza, conosce il basket ad altissimo livello. Sa cosa fare quando arriva la tempesta. Lo ha dimostrato tra marzo e aprile, nel periodo più buio della stagione. Ci ha insegnato a combattere e crederci, ci ripete sempre: fight and believe. Con lui ci sentiamo più forti, più preparati ad affrontare le difficoltà.”

Nessun addio in vista: “Resto fuori dal mercato”

Nonostante le voci di mercato lo accostino ad altri club europei, Pajola è netto: “Le voci me le girano i miei amici, io non voglio saperne niente. Ho un contratto con la Virtus fino al 2026 e non ho nessuna fretta di cercare altro. Vivo alla giornata, penso al presente.” Parole che confermano il suo attaccamento alla maglia e una serenità lontana dalle logiche del mercato.

Il sogno NBA? “Un’esperienza epica”

L’idea di un futuro in NBA è presente, ma non è un’ossessione. “Sarebbe un’esperienza di vita, prima ancora che sportiva. Ma quando prendi quel treno non sai mai cosa ti aspetta. L’NBA è un sogno, anche per uno come me che non l’ha mai sognata davvero. Però se dovesse succedere, ci andrei con l’idea di lavorare duramente, farmi il mazzo e dimostrare che posso appartenere a quel livello. Sarebbe qualcosa di epico.”

“Difendere è la mia vocazione”

Tra le parti più intime dell’intervista, il racconto dell’amore per la difesa. Pajola svela che tutto nasce da bambino: “Giocavo a calcio con gli amici e nessuno voleva andare in porta. Io sì. Mi divertiva evitare i gol, bloccare il pallone. Difendere è qualcosa che sento mio, forse rispecchia il mio carattere altruista: mi piace aiutare, sacrificarmi per il bene del gruppo.”

Tre desideri per il futuro

Alla fine dell’intervista, Pajola condivide i suoi tre desideri personali: “La salute, mia e delle persone a cui voglio bene. Una vittoria con la maglia azzurra, anche una medaglia di qualsiasi colore. E un’altra partecipazione alle Olimpiadi, stavolta senza Covid. Solo esserci sarebbe una cosa fantastica.”

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