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Virtus Bologna, Paolo Ronci: “Mercato da 16 titolari. Serve un italiano di valore”

MERCATO – Il DG Paolo Ronci svela le strategie di mercato della Virtus: 16 giocatori in rosa, equilibrio tra italiani e stranieri e l’obiettivo di un innesto di qualità. Diouf e Pajola restano.

Credere nello scudetto

“La speranza c’è sempre stata. Per il gruppo di uomini, ancor prima che giocatori, che vedevo ogni giorno. E ci metto anche i vari staff, da quello tecnico a quello medico. Gente di cui puoi sempre pensare che tireranno fuori qualcosa di buono.
Il momento decisivo? Due: la reazione in gara 5 con Venezia, messi male ma senza alibi; e il finale di gara 3 a Milano. Quel giorno al Forum si sentiva aria di vittoria”.


Ivanovic, l’uomo giusto

“Ivanovic è stato un vero condottiero. Il discorso dopo la Coppa Italia (“ragazzi, vinceremo lo scudetto”) ha fatto il giro d’Italia. Ma ricordo anche una colazione insieme dopo il -36 di Belgrado, noi due soli, senza aver dormito: ‘Abbiamo una missione, portare questi ragazzi a vincere lo scudetto’. Questo è Dusko”.


Il suo apporto decisivo

“Ha saputo farsi seguire, soprattutto su due punti: arrivare al traguardo con applicazione difensiva e condizione fisica. La squadra ha risposto, la sua esperienza e autorevolezza erano indiscutibili”.


La svolta societaria voluta da Zanetti

“Non giudico le scelte societarie. Posso dire che, quando Zanetti ha affidato tutto a Ivanovic e a me, l’area sportiva ha ricevuto una forte spinta. Un asse solido tra DS e allenatore, legittimato dalla proprietà, fa la differenza. La storia dello sport lo dimostra”.

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Il futuro e la riduzione del budget

“Ripartiamo da campioni, non da favoriti. La spirale economica è folle: in Europa ci sono almeno 15 squadre con budget irraggiungibili. Ma la Virtus punta su altro: identità, spirito, connessione tra squadra e città. Così abbiamo vinto”.


Il caso Zizic e la filosofia di mercato

“Zizic? Non mi ha deluso. Il mio compito è proteggere i giocatori e creare le condizioni perché rendano al meglio. Le operazioni possono riuscire più o meno bene, ma seguo sempre due regole: rispetto del budget e ultima parola all’allenatore.
C’è chi giudica in fretta: abbiamo vinto con Gamble, Weems, Alibegovic, Tessitori, Diouf, Morgan, Akele… ma si ricorda solo chi sbaglia. Cordinier lo abbiamo preso da Nanterre, oggi tutti lo vogliono. E i nostri campioni? Teodosic, Belinelli, Hackett, Shengelia: frutto della generosità della proprietà e di tanto lavoro”.


Diouf e Pajola restano

“Chi ha un contratto resta. Punto. Diouf? Abbiamo creduto in lui. Dopo l’uscita di Cacok, non abbiamo cercato altri. Pajola? Stessa cosa. Ha contratto”.


Il mercato in entrata

“Quanti ne prenderemo? Non si può dire ora. Vorremmo arrivare a 16 titolari: 9 stranieri e 7 italiani, oppure 8 e 8, con Accorsi sempre incluso: se lo merita. Manca un italiano di valore: ci stiamo lavorando”.

“Alla nostra gente diremo che ripartiamo da campioni, non da favoriti. La spirale è pazzesca, in Europa ci sono 15 squadre con capacità di spesa inaffrontabili. Più che sul budget, la Virtus punta sulla sua identità: dentro la squadra, dalla squadra alla città. Così ha vinto: per lo spirito e l’identità”

Fonte: La Repubblica

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