11 Maggio 1995: Quando Sasha Danilovic salutò la Virtus Bologna per la prima volta

11 Maggio 1995: mancano pochi istanti alla fine di Gara 3 della finale scudetto tra Buckler Bologna e Benetton Treviso e le V Nere si apprestano a festeggiare il 3° tricolore consecutivo, il 13° della propria storia.

Coach Alberto Bucci richiama in panca Sasha Danilovic tra gli applausi scroscianti di tutto il PalaDozza. Lo Zar ricambia alzando le braccia al cielo in segno di vittoria e indicando con la mano il numero 3, in una delle immagini più iconiche dell’avventura in Italia della stella jugolslava.

Tutti dentro al palazzo sanno che quella sarà l‘ultima gara del numero 5 bianconero con la maglia della Virtus. Danilovic ha gli occhi della NBA puntati addosso e arrivato all’età di 25 anni è pronto per fare il grande salto oltreoceano. I Miami Heat, che detengono i diritti del giocatore ottenuti dai Golden State Warriors dopo la trade di Rony Seikaly,  convincono l’asso delle V Nere a provare l’esperienza nella più importante lega del mondo.

Foto: Virtuspedia

Predrag in 3 stagioni sotto le due torri è riuscito a vincere 3 scudetti consecutivi, un’impresa riuscita solo all’Olimpia Milano nel triennio 1984-1987 dall’avvento dei playoff nella stagione 1976/77. Ma lo Zar soprattutto è riuscito ad affermarsi nel basket italiano e nel grande basket europeo.

Arrivato a Bologna nell’estate del 1992 dopo la sorprendente Coppa Campioni conquistata con il Partizan Belgrado, Danilovic è riuscito sin da subito a essere l’assoluto protagonista delle vittorie della Virtus e ad entrare nel cuore del popolo Virtussino con la sua classe, il suo talento e il suo carisma.

Una crescita costante quella dello Zar che nella prima stagione fa registrare 23.7 punti, 3.5 rimbalzi e 1.6 assist di media in 35 gare, nella stagione 1993/94 viaggia con 24.8 punti, 3.3 rimbalzi e 1.1 assist di media in 36 partite mentre nell’ultima produce 27.8 punti, 3.3 rimbalzi e 1.3 assist di media in 37 gare.

Ma ritorniamo al richiamo in panchina in Gara 3 contro la Benetton Treviso. Fino a quel momento Danilovic ha segnato 38 punti, di cui 24 solo nel primo tempo. Complice l’uscita di Abbio per falli, la standing ovation da tributare al capitano Brunamonti e il consiglio di Binelli, Sasha entra nuovamente sul parquet e dopo aver subito fallo va in lunetta: 2/2 e bottino tondo a quota 40 punti. A un passo dal suo career-high di punti in Serie A realizzato proprio nella stagione 1994/95 realizzato contro la Stefan Milano il 26 Novembre ’94 con ben 41 punti segnati.

Danilovic si congeda dichiarando “Metà del mio cuore l’ho lasciato a casa mia a Belgrado l’altra metà la lascerò qui a Bologna. Abbiamo vinto 3 scudetti consecutivi e non so cosa dobbiamo fare ancora per essere considerati la miglior squadra in Italia”

É un giorno di festa per la Virtus Bologna ma l’addio di Danilovic rende tutto un po’ amaro, lo scudetto ha un gusto diverso. Predrag saluta per la prima volta la città di Bologna creando un grande dispiacere ai tifosi.

Nessuno avrebbe immaginato che le strade tra la Virtus e Danilovic si sarebbero congiunte. Nell’estate del 1997 riesplode l’entusiasmo in città: il club è pronto a far ritornare a casa la sua stella dopo l’esperienza in NBA.
I tifosi sono pronti ad accogliere e riabbracciare il proprio idolo e Sasha è pronto a scrivere nuovi importanti capitoli con la maglia delle Vu Nere.

Ma questa è un’altra storia…

A.R.