Marco Ceron: “La chiamata della Virtus Bologna mi ha lasciato senza fiato”

Dopo essere tornato a segnare in Serie A dopo 1147 giorni Marco Ceron è stato il grande protagonista mediatico in queste ore. L’ala azzurra della Virtus Bologna è stata intervistata da SkySport24 e da “Il Corriere di Bologna”. 

Intervista SKY

 “E’ stata una bella emozione tornare a segnare in Campionato. Se penso a quello che c’è stato prima, agli ultimi mesi, anche un piccolo canestro può avere un significato speciale.”

Sul compagno di squadra Jaiteh, protagonisa insieme a lui dell’infortunio“Quando ci siamo visti abbiamo subito parlato, sono cose che capitano su un campo di Basket, diciamo che ho “preso male le misure”, Mam è un po’ grandino e io ho avuto la peggio. Però abbiamo chiarito subito ed insieme abbiamo creato una bella storia, il ritorno in serie A insieme dopo due anni.”

Sull’Olimpia come diretta concorrente“Milano è una buona squadra, roster profondo e con giocatori che sanno fanno la differenza, come noi del resto. Vedo due belle squadre, con Virtus e Milano sarà un bel Campionato”.

Sulla stagione in EuroCup e la gestione del gruppo relativa alle tante gare da disputare: “E’ una stagione lunga, con tante partite e con l’incognita del covid. Una squadra che, come la nostra, vuole arrivare in fondo a tutte le competizioni deve avere tanti giocatori e avere anche un pizzico di fortuna e cioè arrivare in salute nei momenti giusti. Nel mio ruolo c’è tanta concorrenza, ma io do sempre il massimo perchè gli allenamenti sono le mie partite. Beli (Belinelli) e Teo (Teodosic) sono grandi campioni e condividere lo spogliatoio tutti i giorni con loro è una emozione grande. Mannion è stato un po’ sfortunato per via del suo infortunato di inizio stagione, il fisico necessita di tempo prima di essere nuovamente al top, io lo so bene. Grazie al nostro staff medico ora sta tornando ed è importante che trovi continuità”.

INTERVISTA CORRIERE

“Il canestro di sabato per me ha rappresentato molto, anche se per altri magari è stato solo un canestro. È stato come mettere uno stop a un lungo digiuno e alle sofferenze che mi hanno accompagnato in questi anni. Un punto di ripartenza per il quale magari bastano piccole cose che però dentro di me sono significative”


“Sono stati anni lunghi, soprattutto perché tutto ha subito dei ritardi. Ho dovuto aspettare il secondo intervento perché non ero idoneo a tornare dopo il primo e non ero nemmeno in grado. C’erano pezzi del cranio non ancora ben saldi, anche col caschetto protettivo non sarebbe stato sicuro iniziare”.

“Tutto quello che avevo sacrificato in termini di tempo e di energie, il mio sogno da bambino stava svanendo velocemente. Appena ricevuto il via libera per giocare mi sono infortunato di nuovo e quando sarei potuto rientrare si è fermato il campionato per il Covid: sembrava una maledizione. Però amo guardare il bicchiere mezzo pieno, oggi sarei anche potuto non essere qui o magari avere gravi danni per la mia vita quotidiana. Mi sento fortunato, però un po’ di credito credo di averlo”.

 

“Ritrovare Jaiteh? Una bella storia. Se nella mia testa dovevo mettere un punto e ricominciare, la ciliegina sulla torta è aver ritrovato la persona con la quale è successo l’incidente, un cerchio che si chiude. Vederlo tutti i giorni in palestra e allenarmi con lui mi ha ulteriormente sbloccato. Forse è più significativo che segnare un canestro”.

“La chiamata della Virtus mi ha lasciato senza fiato, non ci credevo. Ho pensato che un’occasione del genere non mi sarebbe capitata nemmeno se non mi fossi fatto male. Dopo tutto quello che ho passato, anche solo avere la possibilità di conoscere e vedere come lavorano certi campioni è una benedizione”.

“Ai miei amici dico che essere in palestra con Belinelli e Teodosic è come fare un master per il quale vengo anche pagato. Prendete Beli: in camera mia a casa dei miei genitori ho ancora il poster di una sua schiacciata 360° che fece al PalaDozza con la maglia della Fortitudo.“

 

Foto: Virtus.it