EuroLega, le pagelle di Virtus Bologna-ASVEL Villeurbanne

La Segafredo, dopo aver dominato il primo tempo toccando anche il +19, perde la testa e la partita nella ripresa. Come ammesso anche da coach Scariolo in conferenza stampa, non ci sono spiegazioni per la prestazione della squadra nella ripresa. Dunque, le Vu Nere perdono la loro quarta partita in sei match di Eurolega, sprofondando al 15esimo posto in classifica. Di seguito le pagelle:

Daniel Hackett 5: il pesarese non ne azzecca una finendo per avere la classica giornata storta. Peggior prestazione della stagione finora, 1/6 al tiro e davvero poco in termini di playmaking. Sarà il primo a non essere soddisfatto, si rialzerà presto.

Alessandro Pajola 6,5: il primo tempo dell’anconetano è da 8. Un’autentica piovra, dominante sui due lati del campo, sempre in perfetto tempismo in difesa e funzionale in attacco. Nella ripresa, come tutti i suoi compagni, cala vistosamente.

Gli highlights del match

Milos Teodosic 7: l’ultimo a mollare, il più arrabbiato a fine partita. Milos ci tiene e si vede, non accetta che le partite vengano buttate in questo modo. Regala spettacolo nel secondo quarto, conducendo i suoi al break che quasi arriva a toccare il +20.

Iffe Lundberg 6: il danese parte forte con due triple nei primi minuti. Poi si spegne un po’, non riesce a replicare la partita di Madrid. Nel finale sbaglia due sanguinosi liberi.

Marco Belinelli s.v.

Isaïa Cordinier 6,5: inspiegabilmente rimane in campo solo per 4′ nel primo tempo, nei quali segna 5 punti e gioca con la stessa cattiveria agonistica di sempre. Era il più in forma, peccato non averlo sfruttato.

Kyle Weems 5,5: come il gemello del gol Cordinier viene utilizzato a mio avviso poco, poiché con lui in campo la squadra è solida e fluida. Chiude con 4 punti, 2 rimbalzi, 4 assist e una rubata.

Semi Ojeleye 7: gran partita dell’americano ex Celtics. Oltre a dominare a rimbalzo (8), appare presente in attacco e molto diligente in difesa. Probabilmente gioca la sua miglior partita in Virtus, ma non basta. Il fatto che Scariolo lo tenga in campo per 26′ fa capire quanto il sistema della squadra si basi su di lui.

Tornike Shengelia 6,5: difficile chiedere di più al georgiano, rientrante dopo più di due mesi di stop. Nel primo tempo se la cava egregiamente, nel secondo paga la scarsa condizione, ma ce la mette tutta comunque. Finisce con 7 punti e 3 rimbalzi.

Jordan Mickey 4,5: pessima partita del lungo americano. Contro i lunghi fisici dell’Asvel va in crisi sui due lati del campo e il risultato sono gli 0 rimbalzi catturati a fine gara. Uno come lui non può essere così poco incisivo, specialmente in partite importanti come questa. La Segafredo si aspetta decisamente di più da lui.

Mam Jaiteh 5,5: partita in chiaroscuro per il centro francese. La sua prestazione non è pessima, ma neanche buona. Serve più decisione e fiducia nei propri mezzi, speriamo arrivi col tempo. Stasera mediocre.

Ismaël Bako 7,5: uno dei migliori, come a Madrid. L’evoluzione del lungo belga è tanto inaspettata quanto formidabile. Resta in campo solo 15′, nei quali segna 12 punti e prende 6 rimbalzi. Con lui in campo la Virtus ha molte più soluzioni in attacco e appare più solida anche in difesa. Merita più spazio.

Sergio Scariolo e staff tecnico 4,5: per la prima volta dall’inizio dell’anno steccano completamente la partita. Facendo un discorso ampio, in realtà il match è ben preparato, il piano tattico è adeguato e i giocatori sanno bene cosa fare e come agire. Contrariamente a quanto successo a Madrid, stasera la zona funziona e anche bene. Il problema della serata sono le inspiegabili scelte nelle rotazioni. Scariolo decide di partire con un quintetto piuttosto alto composto da Hackett, Lundberg, Ojeleye, Mickey e Jaiteh. Il primo quarto, con loro in campo, è equilibrato. Nella seconda frazione, con l’ingresso di Pajola, Teodosic, Weems, Shengelia e Bako, la Segafredo vola sul +20 facendo impazzire il Paladozza.

La mattanza inizia nel terzo quarto: il coach ripropone il quintetto di inizio partita e l’Asvel comincia a rimontare. I cambi arrivano tardivi, solo dopo 8′. A quel punto, l’inerzia del match è già cambiata e poco possono fare i rientranti visti nel secondo quarto, se non lottare e riportare la partita sul 74-72 a favore. Per le fasi finali Scariolo punta ancora sullo starting five, perdendo definitivamente il match. Oltre alla gestione delle rotazioni con l’orologio invece che a seconda delle necessità del momento, è inspiegabile l’inutilizzo di Isaïa Cordinier. L’ala francese, il migliore a Madrid e Sassari e il più in forma, resta a guardare quasi per 40′. Nel finale, viene preferito un modesto Jaiteh ad un superbo Bako, un Hackett in brutta serata ad un arrembante Pajola. Scelte poco condivisibili che alla fine non pagano.