La sirena dell’Oaka è fredda come un cubo di ghiaccio che scivola lungo la schiena e decreta la quinta sconfitta stagionale della Virtus Bologna. Si potrebbe riassumere così la sfortunata serata dei ragazzi di coach Scariolo, che hanno visto sfumare una vittoria alla loro portata solo negli ultimi secondi. Delle cinque partite perse dalla Segafredo, tre sono sfuggite a causa di disattenzioni. Infatti, a parte la debacle di Belgrado e la precoce uscita di inizio anno contro il Monaco, la Virtus si è sempre dimostrata una squadra di livello, capace di reggere il confronto con la massima competizione continentale. Proprio per questo, è un vero peccato aver perso tre gare che sembravano alla portata.
Durante la terza giornata le Vu Nere fanno visita allo Zalgiris, squadra lituana molto pericolosa tra le mura amiche. I bianconeri, ancora alla scoperta del pianeta Eurolega, escono sconfitti dalla Zalgirio Arena per 68 a 65 dopo aver condotto per tutto il match. La Virtus, in fase di rodaggio e non al completo, si lascia sfuggire la partita soltanto nei minuti finali, quando incassa un parziale di 8 a 0 che chiude la partita. Un clamoroso black-out dei ragazzi di coach Scariolo, che avevano eseguito perfettamente il piano partita deciso dallo staff tecnico. Probabilmente, la prima trasferta e l’inesperienza ad alto livello ne sono state la causa.
Dopo aver perso malamente a Belgrado contro il Partizan, la Segafredo vince a Madrid e riaccende l’interesse dell’ambiente, presentandosi al match con l’Asvel in casa da favorita. Contro i francesi si rivede anche Toko Shengelia, il vero fuoriclasse di questa squadra capace di alzare sensibilmente il livello dei felsinei. Nel primo tempo la Virtus scappa dando spettacolo, infuocando un Paladozza pressoché esaurito e dominando in lungo e in largo la partita. Al rientro dagli spogliatoi qualcosa si rompe, l’energia viene meno e le Vu Nere subiscono un’inaspettata rimonta, perdendo la partita. Un secondo tempo pessimo ed inspiegabile dovuto ad un calo di attenzione, che lascia molto delusi squadra e tifosi e che relega la Virtus alle ultime posizioni. Si tratta della seconda occasione persa.
Un primo periodo altalenante viene spazzato via dalle grandi vittorie contro Milano e Valencia. La Virtus è così settima a pari merito, ha generato entusiasmo in città ed è pronta per il secondo doppio turno dell’anno. Dunque, arriva la partita di ieri sera contro il Pana, persa nei secondi finali. A differenza delle due sconfitte sopracitate, quella di ieri sera non è arrivata a causa di disattenzioni generali, ma a causa degli errori dei singoli. Anche all’Oaka la partita sembra mettersi nei binari giusti, i padroni di casa dominano i quarti centrali ma le Vu Nere hanno l’opportunità di chiudere il match. Nel finale concitato, un paio di errori abbastanza clamorosi di Hackett e Jaiteh e qualche decisione arbitrale incomprensibile fanno si che la partita scivoli via. Purtroppo, per la terza volta in stagione la Segafredo manca il colpo del ko e si vede battere a pochi metri dal traguardo.
Come ribadisce spesso coach Scariolo in conferenza stampa, la Virtus è piena di giocatori che non hanno esperienza in Eurolega. Anche alcuni dei più positivi, come Cordinier o Ojeleye, non hanno mai giocato una competizione così competitiva e faticosa. Per questo motivo, è più che comprensibile che vengano commessi errori anche gravi quando le partite sono in bilico. Il problema è che il treno dei playoff passa una volta sola e corre veloce come non mai, complice l’alto livello di tutte le pretendenti e il gran numero di squadre in gioco; e la Segafredo, che per qualità e talento messo in mostra finora può giocarsela con tutte, ha già perso tre occasioni per ribadire la sua intenzione. Da queste lezioni subite il gruppo squadra non può che imparare ad evitare le disattenzioni, così come successo dallo staff tecnico in seguito alla sconfitta con l’Asvel. Scariolo, dopo aver commesso alcuni errori in quel secondo tempo, ha corretto il tiro e gestito perfettamente le partite seguenti. Non tutti i mali vengono per nuocere, e chissà se queste scottanti delusioni di inizio anno serviranno ad evitare errori nei momenti importanti della stagione. L’importante ora è non sbagliare più, perché errare è umano, perseverare è diabolico.
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