Virtus Bologna, serve un rinforzo sotto canestro?

Dall’inizio della stagione, momenti positivi o negativi che fossero, i tifosi bianconeri, sui social, hanno sempre invocato l’acquisto di un centro che andasse a rafforzare sensibilmente un reparto delicato come quello dei lunghi. A questo proposito, a quasi tre mesi dall’inizio della stagione, si può offrire un’analisi completa sulla situazione delle Vu Nere sotto canestro.

Per prima cosa occorre ricordare che durante il mercato estivo c’è stata una profonda rivoluzione nel ruolo. Infatti, oltre agli americani Sampson e Hervey, hanno salutato anche gli italiani Alibegovic e Tessitori. A giugno, quando sono state effettuate queste operazioni, tutto faceva pensare che Achille Polonara avrebbe sposato il progetto della Segafredo. La scelta dell’ala italiana di firmare con l’Efes ha cambiato, e non di poco, le carte in tavola. Se Sampson non aveva convinto a pieno e quindi il suo addio appariva annunciato, le partenze del duo italiano hanno lasciato molti dubbi a riguardo. Entrambi, infatti, avevano offerto due stagioni solide alla squadra e si erano rivelati preziosi soprattutto nel campionato italiano. Sebbene la volontà dei giocatori fosse quella di avere più spazio, a posteriori la scelta della dirigenza sembra almeno dubbia, in quanto Menalo e Camara non riescono a portare alla causa il contributo di Alibegovic e Tessitori.

La Virtus si è così ritrovata a inizio luglio con il solo Mam Jaiteh tesserato per questa stagione. Oltre ai rumor sul francese, poi rimasto a Bologna, erano ancora in forse il rinnovo di Shengelia e l’arrivo di Mickey. La dirigenza, puntando molto sul talento di Jaiteh, ha deciso di acquistare il giovane centro belga Bako, reduce da un’ottima stagione a Manresa. Annunciati anche gli arrivi di Mickey e Menalo, oltre al rientro di Camara, si è dovuto aspettare settembre per l’ufficialità del contratto di Shengelia.

Venendo al basket giocato, non si può negare che la Virtus abbia avuto in tutta questa prima parte di annata diversi problemi sotto canestro. I continui infortuni di Shengelia, che ha giocato solo tre partite, uniti alle difficoltà di ambientamento di Jaiteh e Bako, hanno messo non poco in difficoltà lo staff tecnico. Con il solo Mickey affidabile e sempre a disposizione, spesso la squadra è apparsa debole e attaccabile dentro l’area. Purtroppo, l’mvp di Eurocup Jaiteh sta deludendo ogni aspettativa creatasi su di lui, registrando solo 6 punti e 3 rimbalzi per partita. Andando oltre le statistiche, quando è in campo sembra impaurito, poco in fiducia e non efficace. Non sta facendo molto il suo cambio Bako, che oltre alla super prestazione di Madrid non ha mai fatto vedere nulla di interessante.

Viene da chiedersi quali siano i motivi per cui la dirigenza abbia puntato su due giocatori così simili per abilità e caratteristiche. Infatti, nonostante abbiano due fisici e una mobilità piuttosto diversa, i due sono predisposti per gli stessi schemi. Purtroppo, non hanno tiro piazzato dalla media o da tre punti, così come una visione di gioco sufficiente per poter allontanarsi dal ferro e servire assist ai compagni. Il francese, ogni tanto, ha qualche movimento in post basso e qualche gancio nella sua faretra, ma sono episodi sporadici. Praticamente, o i due ricevono palla in area da un pick&roll o da un passaggio qualunque, oppure non portano grande aiuto ai compagni. In difesa e a rimbalzo non va molto meglio, con qualche taglia fuori mancato e un po’ di disattenzione dovuta alla poca fiducia.

Sarebbe naturale pensare che il problema venga dalle guardie non in grado di servire i lunghi, ma purtroppo non è così. Infatti, giocatori più mobili e con più soluzioni come Mickey e Shengelia vengono chiamati in causa di frequente, dentro come fuori dall’area. Il fatto che Gora Camara, a tratti, abbia dimostrato di avere più grinta, rende la questione ancora più preoccupante. Per comprendere meglio le difficoltà di Jaiteh e Bako, bisogna contestualizzare le loro carriere e ciò che gli viene richiesto in Virtus. Il francese, che fa della sua stazza la qualità per eccellenza, ha sempre giocato in competizioni con un tasso fisico più basso, nelle quali dominava gli avversari. Il belga, al contrario, ha già militato in EL per due stagioni all’Asvel, ma avendo sempre un ruolo marginale nelle rotazioni.

Le richieste che lo staff tecnico è costretto a chiedere al duo, al momento, sembrano irraggiungibili. Tutto fa pensare che se utilizzati da secondo e terzo centro potrebbero trovare molta più continuità e fiducia, sentendosi alleggeriti dalle pressioni ed essendo guidati da un centro più esperto. In conclusione, a mio modestissimo parere, mi sento di affermare che l’acquisto di un centro di livello titolare Eurolega, con maggiori soluzioni e raggio di tiro, potrebbe essere la svolta della stagione della Segafredo. Così facendo, oltre ad aver analizzato la situazione, do ragione a tutti coloro che hanno trasformato il “serve un centro” il tormentone dell’anno.