Coppa Italia, Patron Zanetti: “Pensavamo di aver già vinto”. Coach Scariolo: “Approccio sbagliato”

Il Patron della Segafredo Virtus Bologna Massimo Zanetti è intervenuto della trasmissione Rai “La politica nel pallone”. Il numero uno bianconero, intervistato da Xavier Jacobelli, editorialista del Corriere dello Sport e di Tuttosport e da Luciano Mondellini, direttore di Calcio e Finanza, ha parlato della sconfitta in Coppa Italia contro Brescia e di un possibile futuro nel calcio.

Aldilà della sconfitta voglio fare i complimenti a Brescia, alla città e al presidente, un grande sportivo. Per noi una delusione, ma capita di perdere nello sport. Siamo stati superficiali, pensavamo di avere vinto. Avevamo recuperato ma quando si parte male viene l’apprensione e han giocato male un po’ tutti. Ma ci sta, nello sport si vince e si perde. Anche Milano ha perso con Brescia, ci sta. Io e Armani siamo come Bartali e Coppi, c’è sempre questo grande match!”

Virtus Bologna, che occasione persa la Coppa Italia…

Il Partron Zanetti ha parlato anche di calcio, con un commento sull’ottimo momento del Bologna in Serie A: “Motta sta facendo un bel campionato, la squadra va bene e incrociamo le dita che ce la facciano per l’Europa. Differenza tra basket e calcio? Il calcio è molto più professionale, è proprio un’industria. Muove una massa di tifosi incredibile, il basket è più gioioso, ci sono le famiglie e i bambini. La partita è una festa, mentre nel calcio è un po’ una battaglia”.

Il numero dell’Arcoveggio non ha chiuso a un suo ritorno nel mondo del calcio: “Posso dire mai dire mai, anche se io incomincio ad avere una certa età. Mai dire mai dai, io ho giocato a calcio e dico sempre che con Baraldi (AD della Virtus Bologna, ndr) siamo due pallonari, lo dico sempre. Ma non bisogna neanche dimenticare il ciclismo. Stasera andrò a vedere con il mio amico Urbano Cairo Torino-Cremonese. Lui a Torino è abituato ad avere pazienza“.

Queste invece le parole di coach Sergio Scariolo nella conferenza post finale di Coppa Italia:

“Congratulazioni a Brescia, hanno meritato di vincere giocando un’ottima partita. Faccio le congratulazioni alla società, alla squadra, al coach, ai tifosi, a tutti perché hanno meritato. Io purtroppo non sono riuscito a tenere la squadra estranea al rischio che, come dicevamo ieri, tante squadre in Europa hanno corso legato alla pressione e alla concentrazione. Il nervosismo nel primo tempo è stato molto evidente e lo testimonia il nostro 6/14 ai tiri liberi, senza che Jaiteh ne avesse tirati”.

“Siamo riusciti a ritornare per due o tre volte ad un possesso di distanza, addirittura con la palla in mano per pareggiare o andare sopra ma più grazie alla tattica e la generosità individuale che alla tenuta difensiva. Non siamo riusciti a difendere sulle loro guardie, non abbiamo trovato uno che marcasse Della Valle nel corso di tutta la gara. La zona ci ha dato una grossa mano, era la prima volta che la facevamo quel tipo di zona, ci potrà aiutare in altre partite ma tutti sappiamo che potrà essere la ciliegina sulla torta, non la torta. La torta deve essere la difesa individuale: i giocatori devono quantomeno contenere i rispettivi attaccanti, cosa che oggi non è successa. Siamo arrivati con grande generosità e coraggio ad un possesso di distanza: lí tutte le volte ha fatto canestro una guardia di Brescia e l’unica volta che non è stato così hanno preso un rimbalzo e un extra possesso. Abbiamo avuto la nostra opportunità, ce la siamo conquistata, non siamo stati abbastanza bravi nel sfruttarla. Ribadisco i complimenti al nostro avversario che ha meritato più di noi di vincere”.

“L’approccio sbagliato? Come abbiamo detto in questi giorni è successo a tante squadre favorite in questa settimana di coppe, in Europa e anche in Italia: evidentemente il rischio di non saper gestire questo tipo di pressione è presente anche in giocatori con grande esperienza e qualità mentale. Non è mai un rischio che rimane fuori dalla porta. Ne ho viste tantissime: abbiamo fatto due falli nel primo quarto, 6/14 ai liberi nel primo tempo. Non ci vuole una laurea per capire che eravamo nervosi e non concentrai al 100%”.

“Probabilmente in queste ore abbiamo pensato di più a come sarebbe stato bello vincere la coppa invece di pensare a cosa bisognava fare per vincerla. Non è la prima volta che succede, speriamo che a noi non succeda tanto spesso, direi che non è nulla di nuovo sotto al sole.”