Pietro Aradori: “È stato un periodo turbolento ma ci siamo rimessi in carreggiata”

Pietro Aradori è stato intervistato da “Il Resto del Carlino”, ecco alcune delle sue dichiarazioni nell’edizione odierna:

“È stato un periodo turbolento, pieno di cambiamenti dato che da quando c’è stata la pausa per la nazionale sono successe tante cose e credo in questo momento sia opportuno sottolineare quelle positive: abbiamo passato il turno di Champions e in campionato abbiamo fatto una bella vittoria in trasferta. Ci siamo rimessi in carreggiata e questo è quello che conta”.

La squadra aveva perso la voglia di giocare insieme prima dell’arrivo di Djordievic? Sì. All’inizio dell’anno facevamo partite molto più di squadra e poi con il passare dei mesi, con un po’ di cambiamenti all’interno del sistema, non riuscivamo più ad essere così uniti e a giocare nella giusta maniera, come invece è successa nelle ultime due partite. Con Le Mans abbiamo sempre avuto il controllo della situazione e non era così scontata la vittoria a Torino, anche se la classifica diceva che eravamo nettamente favoriti, ma il nostro cammino in trasferta ha ancora un bilancio negativo”.

Quali sono i compiti del capitano?
“Ognuno ha il suo modo di interpretarlo. Per me la priorità è fare gruppo, fare un passo in avanti verso i compagni ed essere il primo a dare l’esempio. Questo non significa solo avere un certo atteggiamento quando si scende in campo e tutti ti guardano, ma significa muoversi in un certo modo all’interno dello spogliatoio, quando non ti vede nessuno, e fare delle cose che solo i compagni sanno. Bisogna togliersi qualcosa per darlo alla squadra o per aiutare un compagno: non ho la presunzione di riuscirci sempre, però per la mia esperienza e per come sono fatto penso che questo sia il modo migliore di essere un capitano”

Foto: Giulia Pesino