Olimpia Milano, coach Messina: “Maleducazione da parte della Virtus Bologna”

Non accennano a placarsi le polemiche dell’ultima finale scudetto tra Virtus Bologna e Olimpia Milano. Dopo un’estate di silenzio, oggi Ettore Messina ha riacceso la miccia della rivalità tra le due compagini più titolate d’Italia. “Non c’è acredine, c’è stata maleducazione da parte loro, sfido a trovare una nostra dichiarazione irrispettosa. Sono solo state le loro voci. C’è chi dice che dopo la partita ci si stringe la mano e si va oltre, io faccio fatica e non dimentico. In passato mi hanno detto che per la memoria sono un incrocio tra un elefante e un carabiniere” ha risposto Messina con tono provocatorio alla domanda del giornalista che chiedeva se l’acredine derivante dalla finale scudetto avrebbe in un qualche modo compromesso l’inizio della stagione.

Ettore Messina è stato sicuramente uno degli allenatori più vincenti che abbiano mai seduto sulla panchina della Virtus Bologna. Anzi, il più vincente, colui che ha portato le “Vu nere” alla conquista dell’Eurolega nel 1998 e nel 2001. Osannato dal popolo bianconero, per 20 anni qualunque tifoso bolognese avrebbe fatto carte false per riaverlo istantaneamente in panchina, mentre Ettore girava il mondo diffondendo la sua grande cultura cestistica prima al Cska Mosca e poi come vice di Popovich ai San Antonio Spurs. Nel 2019, Messina ha deciso di tornare in Italia per provare a riportare l’Olimpia Milano sul tetto d’Europa. Al suo ritorno alla Segafredo Arena nel dicembre 2019 il pubblico bianconero l’aveva accolto con applausi, cori e striscioni, così come quando a sorpresa il super allenatore si presentò al Paladozza due anni prima durante le finali promozione di serie A2 contro Trieste. Solo applausi, nessuna polemica, nessun fischio ne insulto.

Nessuno mette in dubbio le capacità e le conoscenze tecnico-tattiche di un allenatore con quel palmares e con quella fama, nessuno avrebbe mai pensato che Messina sarebbe diventato il nemico numero uno di una parte del pubblico bianconero. Se una buona parte dei tifosi si è dissociata dagli striscioni riservati all’allenatore dell’Olimpia durante le finali scudetto, un’altra ha rincarato la dose, arrivando ad insultare l’unico allenatore capace di portare (per ben due volte!) la Virtus sul tetto d’Europa. In ogni curva, come in ogni ambiente della nostra società, ci sono persone molto diverse tra loro. Chi è più pacato, chi meno, chi riesce a gestire la rabbia in un certo modo e chi no. Nonostante questo, com’è possibile che gli applausi di tutto un popolo si siano trasformati in soli tre anni in fischi e insulti? Non è possibile che sia solo per il fatto che la gente pensi sempre meno a quello che dice.

Ettore Messina ha degli atteggiamenti, sia in campo che fuori, che possono risultare provocatori. Durante le conferenze stampa a volte alza i toni, in campo ad ogni fischio arbitrario contrario nascono proteste inutili quanto fastidiose. È così da sempre, nel bene e nel male. Tuttavia, è risaputo che chiunque tu sia, se provochi costantemente una risposta prima o poi arriverà. Dicendo questo non vogliamo né giustificare un comportamento antisportivo da parte della tifoseria bolognese (che va invece stigmatizzato nel modo più assoluto) né sminuire quello che è a tutti gli effetti il più importante allenatore della storia del club, solo riportare le cose come stanno.

Pare quasi che Messina ci sguazzi tra le polemiche, come dimostrato da un tatuaggio che si è regalato dopo la conquista dello scudetto. “Olimpia 2022” recita il braccio destro dell’allenatore, “maleducazione da parte della Virtus- Io non dimentico” ieri dopo mesi in cui tutte le polemiche sembravano essersi definitivamente spente.

La società Virtus ha alzato i toni, la curva ha insultato, Massimo Zanetti è stato inibito per le sue parole al termine di gara 5. Se insultare è uno degli atteggiamenti più gravi che una tifoseria può avere, come si può essere passati dagli applausi ai fischi in solo tre anni? O a Bologna siamo tutti matti o anche Messina ci ha messo del suo. Nonostante ciò, la mancanza di rispetto della curva bolognese è stata grave e sentita, e non possiamo non allontanarci nel modo più assoluto da qualsiasi coro o insulto nei confronti di chiunque, soprattutto se il diretto interessato ha fatto la storia del club che tifiamo con tanta passione. Detto ciò, non vediamo l’ora che sia il 28 settembre, in modo che le due squadre se la possano vedere tra di loro sul campo, lasciando fuori tutte queste inutili polemiche.

Articolo di Federico Spessotto.